11 MILA DAL NORD ALLA SARDEGNA
Sconcerto e preoccupazione rispettivamente tra cittadini Sardi e amministrazioni.
I primi (i cittadini sardi) si chiedono come mai, propri connazionali, siano giunti in Sardegna consci del fatto che "scappando" dalle proprie località definite già da subito "zone rosse", abbiano corso il rischio di contagiare una Regione che qualora scoppiassero focolai non sarebbe in grado di avere risposte sanitarie adeguate. I secondi (le amministrazioni, specialmente delle coste) manifestano una grossa preoccupazione.
In primis, perchè tutte le persone giunte dal Nord Italia nelle seconde case, così come i rientri di studenti e lavoratori pendolari, potrebbe comportare una catastrofe sanitaria che potremmo vedere tra una o due settimane, quando cioè l'incubazione del virus potrebbe portare alla comparsa di sintomi.
Inoltre, sono tanti i nuovi arrivi che nonostante fossero consci di essere potenzialmente portatori sani del virus, non si sono nemmeno curati di chiudersi in casa in quarantena preventiva, girando tra le località sarde approffittando del momento.
Ma quante sono queste persone? I numeri, in un solo giorno, sono spaventosi.
Come riporta l'ANSA sono già 11mila le persone arrivate dal Nord che si sono autodenunciate sulla piattaforma informatica predisposta dalla Regione Sardegna per monitorare e controllare le aperture delle seconde case dell'Isola, prima in Italia per flussi turistici d'estate. I numeri dicono che gli arrivi attuali sono paragonabili a quelli degli italiani che scelgono la Sardegna nei mesi di luglio e agosto.
Il timore è che molti non si siano autodenunciati e che stiano girando tra negozi e paesi, come se nulla fosse accaduto. Questo è un rischio per se stessi e per i Sardi, perchè le nsotre strutture sanitarie sono tarate per i residenti, e dunque quando e se qualcuno dovesse star male, non si sarà in grado di dare un servizio utile.
"Stiamo lavorando in fase transitoria - spiega il direttore generale della Protezione civile Antonio Belloi all'ansa - in attesa della nuova ordinanza del presidente della Regione che si allinierà all'ultimo Dpcm. Da quel momento avremo una piattaforma online aggiornata con tutte le disposizioni nazionali e regionali. Cambierà anche il modulo per registrare la presenza in Sardegna, sarà molto più smart per avere maggiori informazioni e più dettagliate. Una volta ottenuta la mappatura completa, i dati - annuncia Belloi all'ansa - verranno comunicati alle Prefetture e ai Comuni".
L'esodo è iniziato alla vigilia della fuga di notizie in merito alla possibile interdizione al movimento dalle zone rosse, concretizzatasi prima in un DPCM e poi con l'ultimo DPCM che ha esteso la zona arancione a tutta Italia.
Da subito l'amministrazione Regionale con il Presidente Solinas, aveva chiesto di chiudere i collegamenti con la Sardegna, avendo ricevuto però risposta negativa da parte del Governo. Tuttavia, il Presidente Solinas, ha emanato una direttiva per incrementare le misure di sicurezza e contenimento dell'epidemia in Sardegna: nessuno può spostarsi senza una buona motivazione comprovata, e sopratutto tutti coloro che sono giunti in Sardegna (salvo motivi lavorativi) ha l'obbligo di segnalarsi e porsi in quarantena. Chi non si attiene, rischia ammenda e arresto, nei casi più gravi anche 12 mesi.
I primi (i cittadini sardi) si chiedono come mai, propri connazionali, siano giunti in Sardegna consci del fatto che "scappando" dalle proprie località definite già da subito "zone rosse", abbiano corso il rischio di contagiare una Regione che qualora scoppiassero focolai non sarebbe in grado di avere risposte sanitarie adeguate. I secondi (le amministrazioni, specialmente delle coste) manifestano una grossa preoccupazione.
In primis, perchè tutte le persone giunte dal Nord Italia nelle seconde case, così come i rientri di studenti e lavoratori pendolari, potrebbe comportare una catastrofe sanitaria che potremmo vedere tra una o due settimane, quando cioè l'incubazione del virus potrebbe portare alla comparsa di sintomi.
Inoltre, sono tanti i nuovi arrivi che nonostante fossero consci di essere potenzialmente portatori sani del virus, non si sono nemmeno curati di chiudersi in casa in quarantena preventiva, girando tra le località sarde approffittando del momento.
Ma quante sono queste persone? I numeri, in un solo giorno, sono spaventosi.
Come riporta l'ANSA sono già 11mila le persone arrivate dal Nord che si sono autodenunciate sulla piattaforma informatica predisposta dalla Regione Sardegna per monitorare e controllare le aperture delle seconde case dell'Isola, prima in Italia per flussi turistici d'estate. I numeri dicono che gli arrivi attuali sono paragonabili a quelli degli italiani che scelgono la Sardegna nei mesi di luglio e agosto.
Il timore è che molti non si siano autodenunciati e che stiano girando tra negozi e paesi, come se nulla fosse accaduto. Questo è un rischio per se stessi e per i Sardi, perchè le nsotre strutture sanitarie sono tarate per i residenti, e dunque quando e se qualcuno dovesse star male, non si sarà in grado di dare un servizio utile.
"Stiamo lavorando in fase transitoria - spiega il direttore generale della Protezione civile Antonio Belloi all'ansa - in attesa della nuova ordinanza del presidente della Regione che si allinierà all'ultimo Dpcm. Da quel momento avremo una piattaforma online aggiornata con tutte le disposizioni nazionali e regionali. Cambierà anche il modulo per registrare la presenza in Sardegna, sarà molto più smart per avere maggiori informazioni e più dettagliate. Una volta ottenuta la mappatura completa, i dati - annuncia Belloi all'ansa - verranno comunicati alle Prefetture e ai Comuni".
L'esodo è iniziato alla vigilia della fuga di notizie in merito alla possibile interdizione al movimento dalle zone rosse, concretizzatasi prima in un DPCM e poi con l'ultimo DPCM che ha esteso la zona arancione a tutta Italia.
Da subito l'amministrazione Regionale con il Presidente Solinas, aveva chiesto di chiudere i collegamenti con la Sardegna, avendo ricevuto però risposta negativa da parte del Governo. Tuttavia, il Presidente Solinas, ha emanato una direttiva per incrementare le misure di sicurezza e contenimento dell'epidemia in Sardegna: nessuno può spostarsi senza una buona motivazione comprovata, e sopratutto tutti coloro che sono giunti in Sardegna (salvo motivi lavorativi) ha l'obbligo di segnalarsi e porsi in quarantena. Chi non si attiene, rischia ammenda e arresto, nei casi più gravi anche 12 mesi.
Alcune parti di questo articolo son state prese dall'ANSA (articolo qui)